
Si è chiuso mercoledì 22 gennaio al Teatro dei Ricomposti di Anghiari il tour di ‘Accenti’, il percorso di storytelling che racconta le tante carriere di giovani toscani che hanno usufruito – o stanno usufruendo – delle opportunità del progetto Giovanisì istituito della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani.
Di fronte a un Teatro gremito, attento, incuriosito si è tenuto l’evento a metà tra presentazione colloquiale e reading musicale, che ha visto salire sul palco per primi i giovani beneficiari delle azioni del bando Giovanisì. Parole vere, sincere e sentite, che hanno raccontato i sogni, i progetti e le esperienze portate avanti da ragazzi e ragazze come tirocini, borse di studio, impegno nei servizi sociali, viaggi di formazione e apertura di aziende.
Poi è stata la volta della parte più artistica del serata. Tre attori-interpreti hanno letto stralci del libro di ‘Accenti’, scritto a più mani da autori toscani come Simona Baldanzi, Cosimo Calamini, Laura Del Lama, Ico Gattai, Emiliano Gucci, Ilaria Mavilla, Sasha Naspini, Lindsay Paiva, Matteo Salimbeni, e Vanni Santoni.
Scrittori toscani che con le parole hanno raccontato le storie di giovani della stessa regione. E in mezzo lui, Niccolò Fabi (già supervisore artistico della prima parte di Accenti-autonomi racconti di Giovanisì e dei due eventi di presentazione svoltisi a Firenze e Livorno nel giugno 2013), che ha accompagnato con la sua chitarra, ora pizzicata, ora blues, sempre intensa, le letture susseguitesi sul palco.
Emozionato, ispirato, riccioluto come al solito, Niccolò Fabi è apparso sopratutto in piena sintonia con il progetto e con i giovani che ne fanno parte, pieni di idee ma spesso bisognosi di un aiuto concreto e di una voce che li sappia supportare. «È davvero bello far parte di questo cammino, iniziato praticamente un anno fa», ha detto il cantautore romano. «Ed è bello averlo visto nascere, crescere e diventare una sorta di circolo virtuoso tra le persone e l’amministrazione pubblica: non succede spesso, lo dico sinceramente. Per questo – ha proseguito Fabi – vanno ringraziate le istituzioni che hanno avuto anche l’idea di raccontare queste storie, attraverso un libro scritto da altri ‘toscanacci’ che ci hanno messo le loro esperienze».