
Lo spettacolo dal vivo alza la voce e chiede tutela alla luce di un anno di stop che pesa tantissimo su uno dei settori più importanti della cultura italiana.
Lo sblocco immediato e conseguente erogazione dei ristori rimasti in sospeso (DL ristori 5) e la tempestiva convocazione di un Tavolo Interministeriale che coinvolga lavoratrici e lavoratori del settore spettacolo e cultura, al quale siedano Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dei beni e le attività culturali. Sono fra le richieste alla base della giornata di manifestazioni in programma in tutta Italia oggi e intitolata “23 febbraio 2020 – 23 febbraio 2021: Un anno senza eventi, un anno senza reddito”, che porta le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo a scendere in 20 piazze in tutta Italia.
Sono state annunciate iniziative, fra le altre, a Palermo, Torino, Roma (con due appuntamenti, alle 14:00 davanti al Teatro Argentina e alle 15:30 in Piazza Montecitorio), Milano, Napoli, Catania, Ancona, Bologna, Barletta, Bari, Cosenza, Reggio Calabria, Cremona, Padova, Trieste, Genova, Piacenza, Livorno. A promuovere la mobilitazione è una vasta rete di soggetti dell’attivismo nazionale e regionale relativo allo spettacolo dal vivo. Nei presìdi e le manifestazioni si chiederanno anche “l’attuazione di una ormai necessaria riforma strutturale, formale e fattuale, del settore che tuteli realmente non solo grandi enti e grandi aziende ma anche e soprattutto lavoratrici e lavoratori; la progettazione e realizzazione di tutte le misure, economiche e non, relative ai protocolli di sicurezza, necessarie a garantire una vera e totale ripartenza del settore; la concretizzazione di provvedimenti finalizzati al finanziamento e al sostegno delle piccole e medie realtà che si occupano di spettacolo e di cultura, che ad un anno dal blocco del pubblico spettacolo rischiano di chiudere e di non poter più compiere il loro fondamentale ruolo legato alla cultura di prossimità su tutto il territorio del nostro Paese” si spiega nel documento nazionale.